Se la Epistemologia ci aiuta ad individuare la prassi scientifica più attendibile...

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EPISTEMOLOGIA MEDICA

Ovvero

Ostentatio artis et portentosa scientiae, venditatio manifesta est (Plinio il Vecchio, Historia Naturalis, Vol. XXIX, 25)

Dopo tanti anni di riflessione, sono ormai maturo per esprimere il mio pensiero scientifico a proposito delle terapie convenzionali. Lo spunto per decidermi ad intraprendere questo scritto nasce dalla prefazione di una serie di volumi, i cui autori sono un gruppo di giovani medici odontoiatri (Confaloni A, Dettori S., Di Chiara A., ed altri) che ringrazio vivamente per l’ardire e l’acume dimostrato. Ad essi mi rifaccio per proporre i concetti legati alla Epistemologia, scienza che vuole meglio inquadrare tutti i presupposti scientifici collegati ad una medicina attendibile, confortata da sicuri presupposti statistici. L’Epistemologia è quella parte della filosofia che si occupa di fornire, a chi lavora in ambito scientifico, gli strumenti logici per eliminare pregiudizi, distinguere tra dicerie e fatti, interpretazioni parziali ed altre più complete e capire se quanto ci viene insegnato e propinato come “scientifico” lo sia davvero oppure no; si tratta insomma, del controllo-qualità dei metodi della ricerca scientifica, per evitare che contengano errori di base che inquinerebbero inevitabilmente i risultati. Se la Epistemologia ci aiuta ad individuare la prassi scientifica più attendibile, la multifattorialità dei fenomeni avversi deve farci comprendere come l’approccio etiopatologico contenga una molteplicità di interpretazioni inerenti i differenti meccanismi che influenzano l’insorgere del fenomeno stesso. Indubbiamente se Galileo e Newton hanno sempre cercato ed individuato spiegazioni macroscopiche ai fenomeni naturali, la meccanica quantistica trova nei meccanismi di pertinenza atomica e subatomica le spiegazioni più attendibili ai fenomeni naturali, per meglio interpretare le reazioni biochimiche che avvengono nell’organismo. Se gli atomi sono costituiti da un insieme di requisiti che ne regolano gli equilibri e le reazioni, ad essi dobbiamo rivolgersi per meglio comprendere gli intimi meccanismi che regolano la vita. I numeri quantici principali e secondari, l’elettromagnetismo, i presupposti vibrazionali ed energetici rappresentano solo alcune delle caratteristiche sinora conosciute dell’atomo. La grossolanità del pensiero chimico, inteso come la massima interpretazione dei fenomeni naturali e biochimici, deve lasciare obbligatoriamente il passo a metodiche analitiche più sensibili, per comprendere nell’intimo la pletora dei meccanismi naturali che tanto ci interessano. Sono infatti i requisiti elettrofisici che potranno fornirci le giuste spiegazioni ai fenomeni analizzati. Ed allora basta con spiegazioni di meccanismi d’azione legati alle sole reazioni chimiche dove i differenti substrati biologici interagiscono tra loro, combinandosi per dare ciò che noi abbiamo già deciso precedentemente, anticipando ciò che si sarebbe dovuto dimostrare. E’ sufficiente applicare alle ultime scoperte, l’una o l’altra molecola appena sintetizzata per regolare, guarda caso, quel meccanismo d’azione responsabile della patologia analizzata. E’ talmente diffusa questa cultura massimalista (la classe medica non è volutamente capace di ostacolare questo processo divulgativo), che la società ingerisce continuamente prodotti sintetici frutto di questa falsa cultura, dove i farmaci sintomatici hanno il sopravvento su tutto. Chi non è mai incappato nella lettura di un foglietto illustrativo allegato alle confezioni dei farmaci ? Gli effetti collaterali possibili sono innumerevoli, suscitando sullo sprovveduto lettore paura, perplessità e desiderio di maggior chiarimenti; il medico risponde alle specifiche domande rassicurando il paziente, tranquillizzandolo sulla inattendibilità di quanto scritto (connubio stranamente conflittuale tra Ministero della Sanità e classe medica). La differenza tra farmaco e cosmetico consiste nell’eventuale possibilità di cedere il principio attivo: nel primo caso (farmaco) esso può diffondere liberamente per via transdermica mentre nel secondo (cosmetico) non dovrebbe attraversare la barriera epidermica e di conseguenza incapace di svolgere una attività farmacologica. Non è prevista dalla cosiddetta medicina ufficiale l’eventuale possibilità che uno specifico prodotto applicato sulla cute, possa agire per cessione di una quantità prestabilita di potenziali ossido/riduttivi, bioenergetici ed elettromagnetici a livello dei punti di agopuntura (meridiani cinesi). Il luogo comune continua ad essere rappresentato da una attività terapeutica esclusivamente legata all’azione farmacologia del principio chimico utilizzato; tutto ciò che non risponde a queste prerogative non può appartenere al mondo scientifico ufficiale. La realtà è invece differente in quanto alcuni prodotti cosmetici ( per es.: sospensioni minerali) pur non essendo in grado di cedere la propria componente minerale (fortunatamente), svolgono una intensa azione antiossidante e Radical Scavenging nei confronti dei cosmetici e farmaci più blasonati. Sono ormai 15 anni che mi occupo di questa ricerca e per meglio dimostrare che quanto sopra espresso possiede presupposti scientifici, mi sono rivolto a strutture ufficiali (università) per verificare l’attività di questi preparati inorganici nei confronti della VIT.C, VIT.E, SuperOssido Dismutase, Glutatione ridotto ed alcuni FANS. I risultati sono stati che l’attività antiossidante e Radical Scavenging di alcune formulazioni minerali, risulta più intensa e protratta delle frazioni sintetiche summenzionate (in media da 2 a 10 volte maggiore). Dove potremmo arrivare con una ricerca geologica più accurata ed un conseguente riscontro scientifico più articolato e con maggiori supporti statistici? Certamente l’industria farmaceutica ha captato le opportunità di promuovere la somministrazione dei minerali, lanciando sul mercato compresse o soluzioni contenenti: Selenio, Zinco, Magnesio, Ferro, ecc. Ma la ricerca scientifica non ha dimostrato che concentrazioni elevate di questi minerali svolgono una intensa e dannosa attività biologica? Non sappiano forse che il Selenio è uno degli agenti tumorali più forti, che il Ferro certamente rientra come aggravante nell’Alzhimer e favorisce la diffusione dei tumori? Nella mia piccola esperienza professionale ormai da anni ho compreso che qualsiasi tipo di approccio finalizzato a rimodulare le capacità reattive del nostro organismo (con inevitabile esasperazione della sintomatologia trattata) viene erroneamente interpretato come effetto collaterale . Non è facile far comprendere la differenza tra Medicina Convenzionale ed Olistica; tra l’utilizzo di farmaci sintetici capaci di sostituirsi alle normali reazioni biochimiche organiche (attività sintomatica e sostitutiva) ed i composti naturopatici capaci di stimolare e rimodulare le capacità reattive e riparative dei tessuti colpiti, con inevitabile ed auspicabile recrudescenza della sintomatologia trattata. Oggi la filosofia della scienza non insegna più a domandarci la causa, ma semplicemente a trattare i pazienti affetti da disturbi cronici ed acuti con farmaci sintomatici o palliativi (agisce di più il placebo o il principio attivo?) o stimolanti le performance funzionali come comunemente avviene nello sport; ma se il “doping” è deleterio per gli sportivi e va giustamente penalizzato, la società può essere libera di drogarsi (drug = farmaco) senza incappare in azioni mediche, etiche e legali che precludano in qualche modo l’utilizzo dei principi attivi incriminati? E’ come se avendo individuato l’effetto dannoso di una sostanza il Ministro della Sanità ne autorizzasse l’uso sull’intera popolazione!

Ad esempio il voler sostenere a tutti i costi che una data patologia (correlazione tra ulcera gastro-duodenale e Elycobacter pilari) è dovuta a certi ceppi di batteri, potrebbe rivelarsi ad un più attento esame, come voler sostenere che un animale sia stato ucciso dagli avvoltoi che ne ricoprono la carcassa. Ma perché i batteri che prima venivano tranquillamente tenuti a bada dall’ospite in quanto soprofiti, ad un certo punto decidono di invadere l’organismo ed il sistema immunitario lascia fare? Perché ad una persona succede ed a altre no? Perché ad un membro della famiglia si ed a altri no (e la predisposizione genetica?) E’ sufficiente somministrare le ultime generazioni di cefalosporine per contrastare la patologia in oggetto ? La prevenzione può essere effettuata ugualmente con antibiotici, capaci di agire senza che sia presente l’agente etiopatogenetico responsabile della manifestazioni clinica? Finché a questi ed a innumerevoli altri requisiti la scienza ufficiale non sarà in grado di dare risposte coerenti e logiche non si potrà parlare di un metodo di indagine scientifico, che inevitabilmente qualora venisse correttamente applicato, confuterebbe tutte le conclusioni che pertanto andrebbero rimesse in seria discussione.

La scienza non può infatti stabilire la definitiva verità di alcune teorie, ma solo la falsità di alcune di esse. Attraverso la falsificazione delle nostre supposizioni ci si avvicina progressivamente alla realtà (Karl Popper). Ma quanti medici sono in grado di porsi queste domande? Non nasce il sospetto che volutamente non vengono trasmesse nei corsi universitari approcci ipercritici alle discipline insegnate? Certo le multinazionali del farmaco non vogliono che questo tipo di sensibilizzazione venga trasmessa ed insegnata perché sono loro i soli detentori della verità, la scienza deve sottendere alle loro decisioni strumentali.

Riportiamo ancora una frase di Plinio il Vecchio (Historia Naturalis, Vol. XXIV, 4)

“…. Haec sola naturae placuerat ese rimedia, parata vulgo, inventu facilia ac sine inpendio e quibus vivimus. Postea fraudes hominum ed ingeniorum capturae officinas in venere istas, in quibus sua cuique homini venalis promittitur vita….” . Così la natura avrebbe desiderato che i medicamenti a disposizione di tutti fossero facili da trovarsi e ricavabili senza alcuna spesa dalle sostanze di cui viviamo. Più tardi astuzie subdole e lucrose fecero scoprire quei farmaci con cui si promette la vita a tutti gli uomini in cambio di soldi.

Ma sono stati fatti i conti senza l’oste; perché dal cilindro della massificazione culturale esce inaspettata l’Omeopatia (Omotossicologia) la più incomprensibile ed ingiustificabile scienza applicativa agli occhi della medicina ufficiale. Come può una soluzione che conteneva acetil salicico (soluzioni oltre 10 alla 23) essere più efficace del comune pieno dosaggio dell’aspirina stessa? La risposta è immediata: la mattina il medico convenzionato prescrive i comuni farmaci allopatici (Aspirina 3 x 300 mg = 900 mg/die), il pomeriggio invece consiglia prodotti omeopatici, ma a prestazione libero professionale (perché questi ultimi non vengono dispensati, come i primi, dal Servizio Sanitario Nazionale?). La natura rappresenta in questo momento di totale confusione culturale, l’unica ancora di salvezza perché ci ha dato la vita e certamente può aiutarci a meglio conservarla .

Gli equilibri naturali che contraddistinguono un’infinità di reazioni chimiche sono in grado di ripristinare nell’organismo dove vengono applicati un riequilibrio energetico, vibrazionale e chimico fisico. La vita non deve essere pertanto intesa come un insieme di esclusive e sterili reazioni chimiche ma il mantenimento di equilibri dinamici, condizionati da presupposti bioenergetici ed elettromagnetici che ne consentono il perdurare e l’efficienza.

Ma quanto ci viene propinato è realmente naturale? Lo zolfo che acquistiamo in farmacia è lo stesso che si trova in natura, pur possedendo la stessa composizione chimica?

Perché ci ostiniamo ad affermare l’efficacia dei singoli principi attivi, quando dagli infiniti equilibri compositivi originari che caratterizzano il farmaco “naturale” nascono le vere potenzialità applicative? Può essere naturale ed efficace un principio attivo che, pur essendo presente in natura, viene purificato e concentrato fuori da ogni logica di mantenimento dell’equilibrio compositivo originario? Perché non comprendiamo che in natura non esiste mai una sola spiegazione ad un fenomeno, ma un insieme di cause concomitanti che lo regolano e lo influenzano?

Sotto il profilo squisitamente storico, la scienza si è sempre affermata con una serie di corsi e di ricorsi che si manifestano come rivoluzioni scientifiche e con finalità prettamente commerciali (una importante industria farmaceutica italiana commercializzò una specialità frutto della scoperta del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, farmaco che poi fu ritirato per una serie di effetti collaterali gravi ed anche mortali) Il turnover esasperato tra la “vecchia” classe di scienziati e la nuova, mossa da esclusivi interessi delle lobbis farmaceutiche, non soddisfa le vere richieste sociali ma esclusivi presupposti partitici ed economici. Cosa è cambiato da quando questo gruppo di potere era rappresentato dalla Chiesa cattolica, che accentrava in se le autorità filosofica, teologica, scientifica ed economica? Il potere ecclesiastico non si è forse reso colpevole di esercitare in maniera violenta la reazione nei confronti degli oppositori e degli innovatori ( Galileo, Giordano Bruno, ecc.)? Oggi non si può più mettere al rogo nessuno, ma l’ostracismo scientifico continua sotto varie forme, dalla maldicenza all’esilio a seconda del pericolo che per le autorità costituisce il dissidente (leggasi Prof. Di Bella). In questi ultimi 50 anni si è assistito ad un dilagare del culto dell’apparire sull’essere e dell’avere sul dare: si valorizza ciò che appaga i nostri sensi, senza considerare se ciò sia veramente utile al nostro bene o se piuttosto non lo metta a repentaglio . In questa breve esamina ho volutamente focalizzato solo alcuni degli aspetti inerenti la tematica trattata per non ingenerare perplessità e confusione nell’ipotetico lettore . Il mio non vuole essere uno scritto conclusivo e pretestuoso, ma uno spazio culturale propositivo totalmente aperto al dibattito; chi vuole e lo desidera può rispondere ed aderire a questo progetto culturale, apportando idee ed energie propositive, per una rivalutazione onesta e costruttiva del comune pensiero scientifico.

Dr. Mauro FANELLI



-- Dr. Mauro Fanelli (epistemologia@geomedical.it), June 11, 2001


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